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Carlo Magno

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2017 15:44
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26/08/2017 15:42
 
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Alla morte di Pipino il Breve(768) gli succedono i figli: Carlo e Carlomanno, il quale però muore quasi subito (771) lasciando Carlo unico sovrano dei Franchi. Carlo Magno fu certamente il più grande re del Medio Evo, uno di quegli uomini che lasciano una traccia indelebile nella storia. Incerto è il significato preciso del suo nome: semplicemente Carlo, a cui venne in seguito aggiunto "Magno" (il grande) oppure Karlmann che significa "Carlo il forte"? E’ certo però che egli fu soprattutto un geniale guerriero.

Questo grande sovrano durante il suo lunghissimo regno, dovette affrontare una moltitudine di problemi sia interni che esterni. Aveva trentun anni quando iniziò la conquista dell’Europa.

Il Papa lo aveva chiamato in suo aiuto contro i Longobardi che, guidati da Desiderio, avevano nuovamente invaso i territori della Chiesa e ne minacciavano l’indipendenza. Carlo Magno scese in Italia, sbaragliò i Longobardi e si fece proclamare loro imperatore.

Fu un abile diplomatico nel regolamentare i rapporti con il Papato e nel mantenere contatti con l’impero di Bisanzio. Proseguì la lotta contro i Musulmani in Spagna, sedò le rivolte contro i Franchi in Italia, combattè contro i popoli Barbari che premevano ai confini.

In poco tempo Carlo Magno si conquistò un impero gigantesco, il Sacro Romano Impero, che si estendeva dalla Spagna fino all’Elba e fino a Roma. Per amministrare un territorio così vasto Carlo Magno lo divise in Feudi e si serviva dei suoi rappresentanti:

Ai Marchesi aveva affidato le Marche

Ai Conti aveva assegnato le Contee

I Baroni invece lo assistevano negli affari ordinari e guidavano le truppe.

Nelle assemblee generali che si tenevano ogni anno a primavera (Campo di Maggio) venivano elaborate le leggi dell’impero. A queste assemblee partecipavano i Conti, i Marchesi, i Baroni e i Vescovi, che annotavano le decisioni dell’Imperatore e dei suoi consiglieri.

Al di fuori di queste leggi, i vari popoli conservavano i propri usi e costumi. Per assicurarsi che le leggi venissero ovunque applicate e che il popolo non subisse prepotenze da parte dei vari signori, Carlo Magno si serviva dei Missi Dominici.

Questo sistema era rafforzato da speciali vincoli di fedeltà che legavano personalmente numerosi sudditi all’Imperatore. Erano sudditi che avevano giurato solennemente di essergli fedeli, soprattutto in guerra e che, in cambio dei servizi militari prestati, ottenevano terre o privilegi particolari e, poiché tutto era nelle mani dell’Imperatore, questa organizzazione si dimostrava particolarmente salda.

Carlo Magno ha consolidato l’alleanza con il Papa: per gratitudine la notte di Natale dell’anno 800 Leone III lo incoronò Imperatore.

(bibliolab.it)



Durante il regno di Carlo Magno ha inizio una vera e propria rinascita culturale, un’opera grandiosa se si pensa ai tempi in cui egli visse, tempo di barbarie e di ignoranza.

La ripresa economica dell’impero è invece più lenta. L’economia è essenzialmente basata sull’agricoltura, le zone agricole sono molto distanti tra loro ed il commercio era difficoltoso.

L’origine e la forza dei Carolingi sta nel fatto che essi sono soprattutto capi dell’esercito. Gli uomini avevano l’obbligo di prestare servizio militare, nacque così una nuova istituzione, la cavalleria, ma solo i nobili potevano diventare Cavalieri.

La società feudale ha un rigido senso della gerarchia. Il Feudatario nel Castello era considerato come un sovrano. Pochi erano i contadini che possedevano piccole proprietà, la maggior parte erano affittuari e costituivano i servi della gleba. Pochissimi gli artigiani e mercanti.

Carlo Magno, forse consapevole della vastità del suo impero, lo aveva diviso fra i suoi tre figli: Carlo, Pipino e Ludovico il Pio, già nell’806, prima di morire. Per la morte dei suoi fratelli però Ludovico resta solo erede e nell’813 viene incoronato Imperatore.

Ma nessuno dei successori di Carlo Magno è in grado di continuare l’opera che il grande Imperatore ha iniziato; già sotto Ludovico il Pio, compaiono le prime difficoltà: i suoi tre figli lottano tra di loro per dividersi l’impero e questa guerra fratricida spezza la fragile unità che Carlo Magno aveva creato. L’ultimo dei Carolingi, Carlo il Grasso, riunisce ancora l’Impero, tuttavia la sua inettitudine fu tale che i nobili lo deposero nell’887. L’Impero Carolingio si sfasciava definitivamente.

Dalle sue rovine sorgeranno i primi regni nazionali: Francia, Germania, Italia.




Carlo Magno,
il più grande proprietario terriero dell'Europa del suo tempo, al fine di sfruttare al meglio anche le risorse generate dalle attività agricole e pastorali emanò tra il 770 e l'800 questa famosa ordinanza detta il "Capitulare de villis"



1- Vogliamo che le nostre villae, che abbiamo impiantato perché servano ai nostri bisogni, siano totalmente al nostro servizio e non di altri uomini.

2- Vogliamo che la nostra familia sia ben trattata e non ridotta in miseria da nessuno.

3- Gli iudices si astengano dal porre la nostra familia al proprio servizio, non li obblighino a corvées, a tagliar legna per loro o ad altri lavori né accettino alcun dono da essi, né cavallo, né bue, né maiale, né montone, né maialino da latte, né agnello, né altra cosa a meno che non si tratti di bottiglie, verdura, frutta, polli, uova.

4- Se nella nostra familia qualcuno si rende colpevole nei nostri confronti di furto o trascura i suoi doveri, risarcisca il danno personalmente; per altre colpe sia punito con frustate secondo la legge, a meno che non si tratti di omicidio e incendio, risarcibili con ammenda. Agli altri uomini gli iudices rendano la giustizia a cui hanno diritto in base alla legge; per frodi nei nostri confronti, come già detto, la familia sia fustigata. Quanto ai Franchi stabiliti su terre fiscali o nelle nostre villae, qualsiasi reato commettano, lo scontino secondo la loro legge e qualsiasi ammenda versino, venga incamerata a nostro profitto, tanto per il bestiame che per altro.

5- Quando i nostri iudices devono occuparsi di lavori sui nostri campi, come seminare o arare, raccogliere le messi, falciare il fieno o vendemmiare, ciascuno di essi, al tempo dei lavori, provveda ai singoli settori e faccia eseguire ogni cosa in modo che tutto sia ben fatto. Nel caso che lo iudex sia lontano da casa, invii sul posto che egli non ha potuto raggiungere un uomo esperto della nostra familia che provveda alle nostre cose o un altro di cui ci si possa fidare, in modo che tutto venga eseguito come si deve: lo iudex provveda in tempo a inviare un fedele che si occupi di queste cose.

6- Vogliamo che i nostri iudices versino l'intera decima di ogni raccolto alle chiese che sorgono sulle nostre terre fiscali e che la nostra decima non sia versata alla chiesa di un altro, a meno che non si debba rispettare un'antica consuetudine. Non altri ecclesiastici ufficino queste chiese, ma i nostri, o della nostra familia o della nostra cappella.

7- Ogni iudex adempia appieno al suo servizio, così come gli è stato assegnato; se si presentasse la necessità di dover servire oltre il previsto, si faccia dire se questo comporta solo il servizio diurno o anche le notti.

8- nostri iudices si interessino delle vigne nostre che fanno parte del loro ministerio, le curino bene e il vino lo mettano in buoni recipienti e stiano ben attenti che in nessun modo si guasti, acquistino ulteriore vino, procurandoselo con scambi in natura di animali, da inviare alle villae del re. Nel caso si sia acquistato più vino di quanto sia necessario per il rifornimento delle nostre villae, ce lo facciano sapere perché possiamo decidere quale uso farne. Ricavino dalle nostre vigne ceppi di vite e ce li inviino per impiantare altrove nuove coltivazioni a nostro vantaggio. I canoni in vino versati dalle nostre villae li inviino alle nostre cantine.

9- Vogliamo che ogni iudex tenga nel suo ministerio le misure dei moggi, dei sestari - e dei recipienti da otto sestari - e dei corbi, corrispondenti alle misure che abbiamo in Palatio.

10- nostri maiores, gli addetti alle foreste, ai puledri, alle cantine, i decani, gli esattori di tributi, gli altri ministeriales collaborino ai lavori dei campi, diano in tributo maiali dai loro mansi, provvedano di manodopera i loro ministeria. Il maior in possesso di un beneficium designi un sostituto che si occupi in sua vece della manodopera e delle altre attività attinenti il servitium.

(taccuinistorici)



[SM=x5414798]
26/08/2017 15:44
 
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Il giorno di Natale dell’800 d.C., un uomo entra nella Basilica di San Pietro per essere incoronato imperatore da Papa Leone III. Si chiama Carlo, è il re dei Franchi.

Ha conquistato e unito l’Europa con il suo esercito, ha ridato vita all’Impero Romano d’Occidente a più di 300 anni dalla sua caduta.

Il suo impero è sacro perché non è unito solo dalla spada, ma anche dalla fede cristiana.

Carlo Magno crea un nuovo impero che è soltanto europeo e occidentale, che va dal Baltico all'Italia meridionale, che ha il Mediterraneo come confine: l'Europa come l'abbiamo conosciuta negli ultimi secoli.

Per questo è, se non il padre, almeno "un" padre dell'Europa. Guidati da Carlo Magno, i Franchi, alleati di Roma e del Papato, sapranno primeggiare sui Longobardi, gli Arabi e i Sassoni riportando unità e ordine in Europa.

Il tempo e la storia Carlo Magno
di Giancarlo Di Giovine con il prof. Alessandro Barbero

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