Home / Gli animali nell'arte / L’abbaiare del cane e le bestie in allerta davano un senso preciso alle scene dipinte
Diana e Atteoneape dettaglio
Il piccolo cane che abbaia indica allo spettatore che Atteone irrompe, non desiderato, sulla scena. Attraverso la raffigurazione di questa basilare presenza animale, l’artista carica di conflittualità drammatica il “fotogramma” pittorico.
L’irruzione di Atteone, che sorprende Diana intenta a rinfrescarsi in compagnia delle Ninfe, presso una fonte, è anticipata dal cagnetto ai piedi della dea, che abbaia agguerrito alla vista dell’esperto cacciatore. In Diana e Atteone, quadro eseguito da Tiziano alla corte di Filippo II, l’intervento della bestiola risulta determinante dal punto di vista narrativo: avverte le divinità ‑ e soprattutto lo spettatore ‑ dell’indesiderata presenza, consentendo loro di coprire le nudità.
Risentita dell’impudenza del giovane, la dea della caccia ‑ identificabile grazie al crescente lunare ‑, perpetrerà una spietata vendetta, trasformandolo in cervo e destinandolo ad una tragica morte: Atteone perirà sbranato dai suoi stessi bracchi. Lo spettatore è coinvolto emotivamente dalla scena: percepisce, grazie all’atteggiamento aggressivamente ringhioso del cagnolino, l’intrusione dell’uomo come un atto di violenza, che viene a turbare una situazione di intima quiete.
[Modificato da Fata Airone 16/08/2017 14:10]