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L'Eresia

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2017 11:56
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26/08/2017 11:51
 
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“Eresia", dal greco “scelta”, "chiunque sceglie ciò che gli par essere migliore”.
Così scriveva, tra VI e VII secolo, Isidoro, vescovo di Siviglia. Una libera adesione ad un credo comportamentale, etico, spirituale, che necessariamente si contrappone a qualcosa di altrettanto categorico, definito e definitivo da cui si distingue e dal quale riceve la connotazione negativa.



Da una parte un monolite pieno di certezze, dogmatico che si ritiene depositario della verità, esauriente ed esaustivo, dall'altra il singolo che può farsi gruppo o folla o movimento, che pur accogliendo il sistema, operando e restando all'interno di esso ne intacca le certezze, il dogmatismo, quando non addiritttura le basi.


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Ripercorrendo la storia dell'eresia si coglie la sua progressiva trasformazione: da teologica, tesa a dibattere temi cristologici, liturgici; a mistica, popolare, animata da istanze etiche strettamente connesse con la realtà sociale, le cui cause vanno necessariamente ricercate anche al di fuori dello stretto ambito religioso per invadere il sociale, il politico, l'economico.

Parallelamente si coglie anche la storia della reazione, di come cioè il sistema si sia difeso, di quali strumenti si sia servito: da sostenitore di tali movimenti laici, contro la corruzione del Clero, ad accusatore severo avvertendo in essi una diversità pericolosa e destabilizzante.

Ciò che di seguito verrà descritto cerca di mettere in luce queste progressive trasformazioni, considerando sommariamente le eresie dei primi secoli, e soffermandosi su un particolare movimento religioso italiano agli albori dell'anno mille, la Pataria, che segna il definitivo passaggio alla lotta feroce a qualsiasi forma diversa di pensiero e di vita da quella tradizionale.
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26/08/2017 11:55
 
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Le Prime Eresie

Alcune di esse erano in realtà qualcosa di ben diverso di una scelta diversa dall'ortodossia, ma vere e proprie religioni alternative, che dal Cristianesimo assumevano alcune tematiche adattandole o stravolgendole. Gnosticismo Gli gnostici distinguevano tra l'imperfezione del mondo visibile e la perfezione di un Dio supremo, la cui conoscenza (gnosis), individuale e riservata a pochi eletti, tramite forme iniziatiche di apprendimento, avrebbe portato alla salvezza.

Il pensiero gnostico incominciò a manifestarsi già nel I secolo d.C. nell'area del Giordano, quando, dopo la morte del Battista, un certo Simone di Gitta, identificato con il Simon Mago degli Atti degli Apostoli, si sarebbe definito la "Grande Potenza di Dio". Concetto di fondo era il dilemma umano per eccellenza: il significato dell'esistenza umana e della contrapposizio tra bene e male. La conoscenza avrebbe fornito, a coloro che sono destinati, la risposta al quesito.




Il Manechesimo

Anche il Manicheismo non può essere considerato come deviazione del Cristianesimo, nonostante i numerosi imprestiti da tale religione. Mani, nato nel 216 da nobilissima famiglia persiana, ebbe a soli 12 anni, la rivelazione del Paracleto che gli aprì il mistero della luce e della tenebra. Incominciò così la sua attività missionaria, svoltasi principalmente in Iran, nell'attuale Pakistan, e nella regione Mesopotanica, e rivolta al fine specifico di fare del suo credo una religione di stato. Il pensiero di Mani, che dichiarava esplicitamente di aver avuto come precursori Gesù, Budda, Zoroastro, e di essere egli l'apostolo del vero Dio nella terra babilonese.

Tale movimento, pur basandosi sulla gnosi, si differenzia dallo Gnosticismo, perchè la conoscenza non era uno strumento di perfezione riservato a pochi eletti, ma il mezzo di proliferazione di una religione che voleva essere di tutti. Il Manicheismo considerava, inoltre, due principi coeterni, non inferiori l'uno all'altro, egualmente potenti ed in eterna lotta. L'uno, Dio, il Padre di grandezza, lo spirito, la luce, la pace; l'altro, il Re della tenebra, il signore della materia, del caos, della guerra, della magia malefica, della discordia perenne in cui egli stesso è coinvolto.

Il Padre di grandezza, buono per eccellenza, non può avere mezzi di difesa, ma solo di fronte alla rapace invidia del nemico, offrire se stesso come olocausto. A tale scopo emana la Madre della vita e questa, a sua volta, l'uomo primordiale che accetta personalmente il combattimento con le forze del male. Luce e materia sono frammiste nel mondo e per timore della vittoria di Dio, le tenebre inviano due demoni che generano Adamo ed Eva, figli dell'odio e della lussuria.

Da qui il concetto manicheo del corpo umano considerato quale sostanza diabolica. Ma il bene continua la sua opera redentrice e cerca di risvegliare in Adamo la coscienza della sua origine divina. Ecco allora l'arrivo di Gesù, il luminoso, e la conseguente liberazione di Adamo. Dopo una grande guerra e dopo la fine del mondo, si avrà il definitivo trionfo della luce sulla materia e le tenebre saranno definitavamente relegate nel loro mondo.


difendere la fede

26/08/2017 11:56
 
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Le Eresie prima dell' Anno Mille

Tali eresie si sogliono definire cristologiche, ovvero che sorgono nella necessità di giustificare la compresenza di una natura umana e divina in Cristo. La soluzione cattolica fu quella di una trinità in cui il Padre, Figlio, Spirito Santo sono sia individualmente sia nell'unità un unico Dio. Ciò che determinò la nascita di tante eresie fu, perciò, lo sforzo di spiegare razionalmente ciò che non poteva essere accettato se non come dogma. Arianesimo Per comprendere il successo di questa eresia occorre aver presente la situazione storica dell'inizio del IV secolo. Con l'editto di tolleranza di Milano del 313 si apriva un nuovo periodo per la Chiesa, ricco di conseguenze non tutte positive.

Cessarono le persecuzioni, in quanto al cristianesimo venne riconosciuta pari dignità rispetto alle altre religioni. Tale scelta era volta a favorire l'unità dei cristiani anche attraverso la lotta contro gli eretici, i dissidenti, gli scismatici, coloro cioè che potevano in qualche modo creare difficoltà a tale intento. Non si trattava, tuttavia di una difesa disinteressata, di Costantino, dell'ortodossia, quanto piuttosto di costruire e difendere il suo Impero unitario e centralizzato, per cui il potere politico si sentiva legittimato ad intervenire nelle questioni religiose quando tale unità fosse stata in pericolo.

E' in tale clima politico che si diffuse l'Arianesimo. Nel IV secolo un prete alessandrino di nome Ario predicava, che essendo il Figlio generato dal Padre, essi fossero simili per divina natura, ma non esattamente uguali, relegando il figlio ad un ruolo subordinato infrangendo cosi il dogma trinitario.


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