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Fornicarius

Ultimo Aggiornamento: 26/08/2017 06:51
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26/08/2017 06:51
 
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La “Signora del gioco”, la lamia, la stria ( dal latino “stigis”, lo storno, uccello notturno che sgomenta con le sue grida stridule). I significati attribuiti a questo termine non sono molto nobilitanti: palude infernale, infelicità, stridere, emettere grida. L’appellativo di “strega” venne marchiato a fuoco su queste donne, che per tradizione secolare, si dedicavano alla cura del corpo e dello spirito.
La strega altri non è se non la saggia del villaggio, la “sage-femme”, la guaritrice, l’ostetrica che aiuta le partorienti, colei che reca conforto e cure al povero come al potente.
E’ la vecchia nonna di Gesù, la befana, che viene di notte e spaventa i bambini.

E’ l’erede di Diana cacciatrice e protettrice del raccolto. Colei che, tra una pozione magica per conquistare un amante riottoso e un rito sabbatico alla Grande Madre, esorcizza il male, riuscendo spesso anche a debellarlo.


La strega è per certo una donna ambigua, fa del bene come del male, nutre simpatie ma anche mortali antipatie, come una qualsiasi donna dei nostri giorni. Però costei, che possiede le chiavi di un potere ancestrale è temuta. Fa paura, non solo alla chiesa. Quando sarà in ceppi, denudata della sua dignità, torturata e umiliata, si trasformerà, sotto la pressione inquisitoria, in “ schiava di Satana”.
Fino alla fine del quattordicesimo secolo la vecchia religione contava ancora migliaia di fedeli, tra i tanti, anche re e freschi vescovi cristiani.

In Britannia, nel 1303, il vescovo di Coventry, viene accusato di stregoneria per aver detto messa travestito da montone.

Non sono pochi i casi, in questo periodo, di re nordici convertiti, che continuano, in burla alla Chiesa, a sacrificare prigionieri cristiani ai loro dei.
Molti vescovi e arcivescovi sono cristiani nella forma, ma di fatto continuano a essere fedeli ad un paganesimo che non era ancora stato debellato.


Verso la fine del 15° secolo, il pesante maglio dell’inquisizione si abbatte senza pietà su questo popolo bucolico.

I primi processi per stregoneria iniziano in Lorena nel 1408 e diminuiscono sensibilmente solo dopo la celebre bolla “Instructio” del Santo Uffizio, emanata nell’anno 1620.
La Chiesa si accorge, dopo due lunghi secoli, di quanti e quali danni avesse perpetrato l’inquisizione.

Duecento anni di roghi.

Un periodo decisamente troppo lungo. Un lasso di tempo in cui, le menti più illuminate dell’epoca, re, papi, domenicani e filosofi convertiti, si sono sbizzarriti nell’emanare bolle, scrivere trattati e redigere manuali, lo scopo, sopprimere esponenti e i praticanti delle cosiddette “arti magiche” i cui sistemi, un tempo occulti e peccaminosi, oggi vengono reclamizzati in televisione. Non esiste donna oggi, che non abbia provato, almeno una volta, ad andare da un cartomante, da un astrologo o addirittura provato a fare un rituale “fai-da-te”.


Nel 1431 la Chiesa ebbe il suo primo grande “flop” con la condanna a morte per stregoneria di Jeanne D’Arc, oggi Santa Patrona di Francia.
Nel 1487 la bolla papale di Innocenzo III “Summis desiderantes affectibus” legittima la persecuzione alle streghe e, da questo momento, si apre ufficialmente, la stagione di una delle cacce più spietate della storia.

Tale persecuzione arriverà fin quasi ai nostri giorni con l’assassinio perpetrato nel 1828, a danno di due presunte streghe in Piemonte.


Dal 1560 al 1600 si contano in Europa, circa

1100 condanne a morte per stregoneria!

Dal 1601 al 1670 furono giustiziati, per reati come “Indurre per magia una persona a un amore disonesto” o “nuocere alla salute o ai beni altrui con la magia”,

circa 1900 persone.


Per lo stesso reato, nel 1563 la pena prevista è un anno di reclusione,

nel 1604 si trasforma in pena di morte.

Cosa è successo in questo arco di tempo?

Le angosce individuali e collettive si acuiscono fino a dilagare in una vera caccia all’untore. Angosce nate dal temutissimo “mal franzese”, timori fondati o non, di ogni forma di eversione sociale, di una fine prossima e apocalittica, del satanismo.

La superstizione fa da padrona anche sulle menti più illustri che riattizzano il terrore per gli inviati di Satana: ebrei e musulmani, ma soprattutto della “donna malefica”.
La paura della strega, che suscita una sorta di attrazione-repulsione ha, da questo momento in poi, una crescita inarrestabile, testimone di un’ossessiva repressione legislativa.

RITO


La strega durante il “ludus” o volo notturno, si reca sul fiume Giordano per officiare al rito sabbatico-sabbat ebraico (sabato)-sinagoga. Qui danza, mangia e si accoppia col Dio cornuto, “diavolo” per i Cristiani.

L’interesse mostrato, nei secoli bui, dai ferventi domenicani nei confronti di Satana e le sue adepte, si materializza in un famoso trattato “Malleus Maleficarum”, scritto da due inquisitori domenicani, Institoris e Sprenger. Il trattato diverrà presto il

“ bignami” del bravo inquisitore. In esso, oltre a comprovare ampiamente l’esistenza delle streghe con interviste a testimonianze, si offrono consigli per come identificarle, smascherarle e rimedi per combatterle.

Viene descritta la procedura terroristica per un processo “doc”, nonché sistemi per confessioni veloci e dolorose, e perchè no, per il piacere degli astanti.
L’ordine religioso dei domenicani, annoverava, tra le sue fila, nomi illustri della chiesa quali Torquemada e Eymerich, i quali hanno infierito sul mondo pagano con determinazione e altrettanto timor sacro nei confronti di “un qualcosa” che non potevano controllare : la donna.
La donna istinto, sensibilità, intuizione. La donna è desiderio, è tentazione che viene a turbare il sonno, costringendo l’uomo a soccombere alla sua fragilità.


La donna-tentazione-satana si contrappone all’uomo-ragione-dio.


Cedere alla donna vuol dire cedere a Satana.


E così, l’ombra del peccato e del senso di colpa si avventa su un popolo di miti che, annientato e attonito, andrà a morire urlando la sua fede e sputando sui simboli di quel Dio che, per vendetta e a causa della lussuria dei suoi esponenti, l’ha privato della sua storia.
Oggi la chiesa chiede ufficialmente scusa per gli orrori perpetrate ai danni delle cosiddette streghe.

Anche se io sono del parere che lo siamo un pò tutte, noi donne, streghe.
Strega, con le sue insicurezze e le sue contraddizioni, con le sue magie e la sua smisurata fantasia, a volte angelica a volte diabolica, anche se oggi, dopo tanto penare, la donna non ha ancora un ruolo paritario e dignitoso di fronte all’uomo, e in molte realtà ne è ancora socialmente inferiore e chissà, se ci fossero ancora i roghi, forse qualcuna di noi finirebbe arrostita.

Ma noi non ci scomponiamo, se mai dovesse succedere, noi streghe, vi manderemo al diavolo.

by Emanuela Vacca
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