La nascita delle banche

Nel Medioevo la Chiesa condusse una lunga, generosa, e per molto tempo vittoriosa, battaglia non solo contro l’usura ma anche, cosa che oggi si tende a dimenticare, contro l’interesse. E con argomenti più sottili e sofisticati di quelli di Aristotele che sosteneva che il denaro, essendo sterile, non può produrre altro denaro. A parte alcuni privilegiati siamo tutti degli ‘schiavi salariati’ come scrive Nietzsche. Ci siamo messi in condizioni tali che in molte situazioni siamo costretti a scegliere fra il lavoro, cioè la vendita ad altri del nostro tempo senza la quale non possiamo però sostenerci, e la salute (Ilva docet).

L’ORIGINE DELLE BANCHE: DALLA STORIA ANTICA AL MEDIOEVO

Un luogo comune, tanto diffuso quanto falso, vuole che le banche nel Medioevo siano sorte come evoluzione del prestito ad usura, praticato dagli ebrei. Con il termine usura si intendeva qualunque forma di prestito con interesse, cosa condannata dalla Chiesa e proibita dai pubblici poteri, ma tollerata, se a praticarla erano gli ebrei. Se da un lato infatti essa era considerata un grave peccato, dall’altro appariva necessaria alle attività economiche; ora se peccato ci doveva essere, tanto valeva che a commetterlo fosse quel popolo già dannato perché deicida.

I pittori fiamminghi
ritraggono spesso l’immagine del cambiavalute, segno di una
presenza divenuta comune e quotidiana nelle fiere e nei mercati del
tempo. La “solidità del banco ”, ossia la certezza
che il cambiavalute disponesse di una buona liquidità di denaro,
rappresentava una garanzia nel sistema di cambi diretti in denaro
e nei trasferimenti con le lettere di cambio. Quando un cambiavalute
non era in grado di rispettare i suoi impegni si diceva che si trovava
in una situazione di “banco rotto”. Questa è l’origine
della parola “bancarotta”.

Quentin Metsys, Il cambiavalute e sua moglie, 1514, Louvre, Parigi